Un tuffo nelle meraviglie storiche e archeologiche di Villasimius
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Ichnusa o Sandàlion: erano questi i due nomi con i quali i greci si riferivano alla Sardegna. Il significato? Rispettivamente orma e sandalo, per via della forma che ricordava loro i calzari. Una terra originariamente esplorata dai più grandi popoli venuti dal mare, fortemente intrisa di storia. Non tutti sanno che la Sardegna offre molto di più della sua bellissima costa: grazie alla strategica posizione nel centro del Mar Mediterraneo, l’isola è stata, sin dalla notte dei tempi, un importante approdo dei naviganti in cerca di nuovi sbocchi commerciali. Dai fenici ai cartaginesi e in seguito ai romani, molte delle antiche civiltà provenienti dalle altre sponde del Mediterraneo giunsero per costruire i loro centri nelle floride terre dell’isola sarda.

I viaggiatori più attenti non si lasceranno sfuggire i suoi luoghi più suggestivi: ecco una piccola guida pensata ad hoc per esplorare i punti d’interesse storico e archeologico di Villasimius.

Museo Archeologico

Oggi la testimonianza dei popoli passati è viva e palpabile in ogni angolo della Sardegna, come nelle memorie di Villasimius. Se avete scelto la meravigliosa perla del Sud come meta della vostra vacanza, una delle prime tappe da visitare è il Museo Archeologico. Si trova in una caratteristica casa rurale dell’Ottocento e raccoglie le testimonianze archeologiche del territorio di Villasimius dall’età nuragica all’età medievale. Esplorando le quattro sale potrete viaggiare attraverso i secoli, ammirando reperti che narrano la storia del piccolo paese.

Sito Fenicio di Cuccureddus

Una delle sale del museo è dedicata ai reperti rinvenuti presso il Santuario di Cuccureddus, l’insediamento nell’omonima spiaggia, nei pressi del Rio Foxi. In un’area privata si conservano i resti dell’antico insediamento, fondato dai fenici e riutilizzato poi dai punici e romani. Sorprendentemente, il sito fenicio è rimasto intatto anche a causa dell’antico incendio che lo distrusse e che, paradossalmente, contribuì a conservarlo al momento della sua distruzione.

Isola dei Cavoli

Nel lembo di mare che costeggia l’Isola dei Cavoli, notoriamente ventoso, sono molte le navi che nei secoli sono naufragate. Particolarmente affascinante è l’esposizione al Museo Archeologico dedicata ai rinvenimenti subacquei del relitto di una nave aragonese che trasportava gli “azulejos”, caratteristiche mattonelle colorate in smalto bianco e azzurro.
Un’escursione da non perdere è quella che costeggia proprio l’Isola dei Cavoli, dove nelle profondità marine, immersa tra i pesci e i coralli, dimora la Madonna del Naufrago, la statua scolpita nel 1979 dall’artista sardo Pinuccio Sciola. Ogni anno, nella terza settimana di luglio, con una suggestiva processione di barche ricoperte di fiori, il sacerdote del paese si immerge ai piedi della Madonna, recitando la preghiera rituale in suffragio degli sfortunati marinai dispersi.

Tombe dei giganti, Domus de Janas, nuraghi

Misteriosi come le leggende che gli aleggiano intorno, i monumenti dell’età nuragica sono un simbolo imprescindibile dell’identità sarda. Lungo tutta l’isola sono disseminate le tracce delle genti dal passato millenario che l’hanno abitata. Nella zona di Villasimius, la presenza di Tombe dei Giganti, Domus de Janas, nuraghi e resti fenicio-punici determinano l’origine antichissima della presenza umana nel luogo. E poi ci sono le storiche torri costiere che dominano il territorio, testimonianza del passaggio dell’egemonia spagnola in Sardegna, tutte facilmente raggiungibili attraverso passeggiate panoramiche nella natura, tra indimenticabili scorci del mare cristallino e della macchia mediterranea.

Un’anima arcana e selvaggia, il tesoro segreto per gli appassionati di storia e archeologia di tutto il mondo: siete pronti ad un tuffo tra passato e presente?